sabato 12 dicembre 2009

L'arte del narrare!!!!!!


Raccontare una favola non è semplice come può sembrare, infatti non si tratta semplicemente di leggere: è importante rendere viva la favola coinvolgendo così il bambino.
Ci sono alcuni suggerimenti per rendere più vivo e reale il racconto:

• Creare l’atmosfera: scegliete un momento di tranquillità, senza fretta di concludere per dedicarsi ad altri impegni. Il televisore e la radio sono spenti. L’ambiente è calmo e silenzioso, il tono di voce caldo e misterioso. Quando il racconto lo richiede battete i colpi sul tavolo e mimate con le mani il volo degli uccelli, il movimento delle onde, battete il piede per terra per indicare il passo cadenzato dell’orco che si avvicina.
• Adattate il linguaggio a quello del bambino: deve essere semplice e con frasi brevi, le parole vanno sottolineate, messe in evidenza e ripetute, le immagini vanno indicate con il loro nome in modo che il bimbo riconosca gli oggetti.
• Immedesimatevi: mentre raccontate dovete credere profondamente a quello che narrate e diventare di volta in volta il lupo, il porcellino e il vento. Sarà allora facile assumere il tono di voce, i gesti, i movimenti degli occhi adatti all’andamento del racconto.
• Non cambiate le fiabe classiche: “C’era una volta…”, “Viveva in un paese lontano…”: queste formule trasportano chi ascolta in un mondo di fantasia. Identificandosi nelle paure dei protagonisti il bambino si libera dalle proprie, purché vi sia qualcuno vicino a lui e la storia sia presentata come accaduta tanto tempo fa, in un paese lontano e finisca bene. Potete spiegare le parole difficili e rispondere alle domande del bambino. Ma non cambiate il nome dei protagonisti né fate capire che state parlando di lui. Non avrebbe più la possibilità di vivere nei panni di un altro le proprie paure ed emozioni. La conclusione: “… e vissero felici e contenti” non può essere modificata. Nessuna fiaba finisce male. Tutte rassicurano il bambino che nonostante le peripezie il protagonista vivrà poi felice e contento per il resto dei suoi giorni.
• State vicino al bambino: durante la fiaba il bambino può avere paura. Tenerlo stretto vicino a voi oppure in braccio lo aiuterà a seguire i percorsi angoscianti dell’intreccio. Al tempo stesso, sarà sicuro che le cose terribili successe ai protagonisti a lui non potranno mai accadere.
• Non dite “Non sono vere”: se il bambino chiede: «Ma è vero?», ricordatevi che le fiabe sono “vere” in quanto simboli. Non appartengono al mondo immediato che sperimentate ogni giorno con i vostri sensi, eppure descrivono un mondo interiore reale, che è quello dei sogni. Al bambino piccolo si può rispondere: «Sì, ma sono cose che succedevano molto tempo fa in un paese molto lontano». Oppure: «Sono fatti accaduti in un pianeta sconosciuto» o ancora: «È come quando giochi con la bambola: fingi di chiacchierare con lei, ma ciò che dici è vero, no?».
• Non stancatevi di ripetere: se la fiaba piace al bambino, significa che risponde a un suo bisogno profondo. Improvvisamente, sarà lui a non volerla più sentire: sarà il segnale che quel tipo di situazione non lo interessa più.
• Variare i ritmi. Variare il ritmo di narrazione a seconda degli eventi, lento e scandito oppure più veloce e frenetico, è un metodo efficace per ricreare l’atmosfera dei fatti narrati. Il ritmo serve anche per dare una cadenza diversa alle parole: quelle più comuni per esempio vanno sottolineate.
• Una pausa sulle figure. Leggendo un libro di fiabe è importante soffermarsi sulle illustrazioni. Si può tranquillamente interrompere la narrazione per mostrare al bimbo le figure una per una.
• Utilizzare i gesti. La gestualità aiuta molto a rendere l’intensità del racconto. Le espressioni del viso, che il piccolo cercherà di imitare, e i movimenti delle mani sono molto efficaci. Anche per questo è importante tenere il viso della mamma vicino a quello del piccolo.
• Nessuna morale. Non è necessario trarre un insegnamento e una morale dalla fiaba e spiegarla al bimbo una volta finito il racconto: le fiabe devono esorcizzare i timori e le paure e non dare lezioni di vita. È sufficiente limitarsi a chiarire i suoi dubbi e a rispondere alle sue domande.








fonte:http://quimamme.leiweb.it/bambino/3-5-anni/cosi-diventa-grande/articoli-2009/favola-20145579488_3.shtml

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