venerdì 20 novembre 2009


Eccoci ancora qua..buonasera a tuttiii!!!!!!!
...è il caso di iniziare a parlare "seriamente" di queste favole, per quanto possibileeee:)

Allora...la favola e la fiaba
Nel mondo della fantasia, e in particolare, nel settore dedicato ai fanciulli, la fiaba riveste un ruolo importante capace come è di catturare l’attenzione dei bambini, divertendoli ma lasciando filtrare messaggi e insegnamenti. Sicuramente anche tu ricorderai fiabe famose che i tuoi genitori ti hanno raccontato da piccolo: Cappuccetto Rosso, Pollicino, Cenerentola, Il gatto con gli Stivali …Tuttavia, dedicato ai giovani (e meno giovani), esiste un altro importante genere fantastico che, pur distinguendosi dalla fiaba, rappresentano sempre narrazioni piacevoli o comunque frutto dell’immaginazione, con un compito sociale importante che poi vedremo. Si tratta della FAVOLA.


La favola è un genere letterario antichissimo: le sue origini risalgono a narrazioni assiro - babilonesi e sumere. Ebbe una straordinaria fortuna. Ad una primitiva trasmissione orale, si passa al grande iniziatore di favole occidentali che è Esopo (autore greco del VI sec. A. C.), la cui eredità fu raccolta nel I sec. D. C. Dal latino Fedro. La fortuna della favola si ebbe soprattutto nel Medioevo, con influssi orientali, a scopo didattico; nel Rinascimento abbiamo le favole di Leonardo da Vinci; nel Seicento, grazie ad un Autore francese come La Fontane, fu ripreso il genere favolistico direttamente da Esopo e Fedro, adeguandolo ai tempi. Più recenti, come Autori italiani abbiamo i coloriti Belli e Trilussa (in dialetto romanesco); e, nel Novecento, Calvino.
Le favole hanno una finalità precisa,ovvero,quella di trasmettere – in forma scherzosa e piacevole, ma alludendo al carattere dell’uomo – insegnamenti e ammonimenti utili alla vita comune, o a esprimere indirettamente i soprusi dei potenti sui più deboli, che hanno quasi sempre un riscatto morale, una rivendicazione dei loro diritti (in alcune favole, infatti, sotto forma di ironia, il potente soccombe). L’uso degli animali e l’ironia (o satira) con cui vengono narrate permettevano al narratore di denunciare tante ingiustizie e malvagità dei potenti senza temere (almeno così sperava) di essere ucciso per calunnia e diffamazione. In altre favole, soprattutto quelle antiche, spesso la società è conservatrice: ciò che esiste, rimane inalterato. I deboli e i fragili rimarranno sempre tali; e così i potenti.




fonte http://skuola.tiscali.it/appunti- italiano/letteratura-medievale/contesto- storico-medioevo/favola-fiaba.html

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